Oggetti quotidiani
Foto Simone Cairoli
2004 - oggetti quotidiani - argilla affumicata
"L’intera vita delle società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione."
Dalla memoria all’oblio. Ciascuno di noi può rintracciare nella propria vita una quantità di oggetti che più si avvicina alla serie più trascina noi stessi dall’umano alla merce, senza ritorno. L’ultimo lavoro di Ro-berta non insiste tanto su questo, o quanto meno non interroga le cause. Semmai, una simile condizione al limite dell’umano, è il dato di partenza e l’esplorazione indaga ed espone, con lucidità, le conseguenze che oggi attraversano il soggetto.
Ogni oggetto si ritrova inscritto dentro la serie anonima che lo contiene (tutte le agende, tutte le caffet- tiere, tutti i cellulari, ecc.). Contemporaneamente ogni oggetto partecipa della sequenza, ad elenco, dalla a alla z (non a caso gli oggetti sono 21). Ma l’alfabeto così composto non arriva al discorso; è un alfabeto muto, afono, incolore, tutto al più monocromo. Gli oggetti in questo modo non indicano alcuna soggettività specifica, non narrano alcun vissuto particolare e privato. Sarebbe ridicolo, e di un ridicolo che turba, se li chiamassimo effetti personali. Quello che un tempo riconoscevamo negli oggetti, che ci legava all’espe- rienza quotidiana, ora ci rimbalza contro non più come opposto ma come immagine di noi stessi, anche noi fondo, materia, oggetto di cui disporre.
Occorre un grande sforzo di immaginazione. Ecco allora che un oggetto si stacca dall’elenco, abbandona la serie per dimensione, per colore, per struttura. La bici bicicla e spicca un volo, verrebbe da dire simile all’avere l’apprendista nel sole, e tutti noi siamo invitati alla sua mensa.
Maurizio Giannangeli
Guy-Ernest Debord
2004 - tavolovolato